Important notice: From today I will write the contents of this blog in Italian, because for me it is much more rapid, immediate and natual. In any case, if you want to read it in your language, you can see that below there is a translator and you can use it, even though the result will not be perfect.
<Look, a translator!
Thank you!
Caro diario, ieri sera, mentre
giocavamo tranquillamente con Lily e Vitali in campagna, la sigmora
Sgambetterra (complice delle nostre avventure animaliste e persona
che ci ha regalato i gatti) ci ha chiamate al telefono per una nuova
“emergenza”: due pulli (seppur cresciutelli) di colombo comune,
che lei aveva trovato e che non ci avrebbe portato di persona, poiché
dovevamo andare a ritirarli a Varapodio. Ogni sfida è raccolta!
Abbiamo accettato.
E così siamo andati a prenderli
e abbiamo girato per un po' prima di trovare la villetta giusta e
l'abbiamo trovata solo in virtù del fatto che c'era un uomo sulla
soglia che imitava un uccello sbattendo le braccia.
Comunque, abbiamo preso questi
due... ehm... graziosi uccellini.
Con il becco enorme.
E con le piume da simil-adulto
tempestate di quelli che mia sorella chiama “capelli”, ovvero il
piumaggio da pulcini.
E con la voce pigolante.
E quindi forse non troppo
graziosi.
Li abbiamo chiamati Piri e Piro
(per via dei loro versi). Piri è quello con meno capelli.
Per trasportarli abbiamo usato la
gabbietta che usiamo sempre, l'ormai sempiterna, vetustissima,
scassata gabbia che un tempo contenne un canarino e che ora non lo
contiene più, e per la prima notte sono rimasti a casa da noi.
Nessuno mi aveva detto quanta
cacca fa un piccione. Nessuno. La mole degli escrementi prodotti da
un colombo è assolutamente sproporzionato alla sua taglia.
Comunque, i piccoli vengono
tenuti in gabbia quando non ci siamo e durante la notte e lasciati
liberi di camminare (anche se camminano molto poco) quando noi ci
siamo.
Ma veniamo al punto: perchè
questo post è nel diario dei gatti?
Per via della... convivenza
fra mici e volatili. Che sembra una cosa impossibile, ma è andata
più o meno così:
Lily: Che so' sti cosi grossi?
Vitali: Tocchiamoli un attimo...
Lily: Non sembrano pericolosi...
*I colombi si gonfiano*
Lily: Meglio se non li
disturbiamo.
Vitali: Ti do ragione, stimata
sorella.
E quindi, a parte un po' di
ragionevole curiosità, questo è quello che mi è capitato di
vedere: due giovani gatti e due giovani colombi che condividono un
prato. Non solo, ma Lily si è mangiata la maggior parte del mais che
serviva per imbeccare i due piccioni.
Bella roba. Questa ancora non mi
era capitata.
I gatti, fra l'altro, si sono
inizialmente dimostrati gelosissimi, poiché quando davamo tante
attenzioni ai colombi (dovevamo dargli da mangiare e non possiamo
farlo guardando dall'altro lato), i mici venivano a strusciarsi
contro le nostre gambe (Lily mi ha anche dato un'artigliata ad una
caviglia, quella miserabile!) e a guardarci con i loro grandi e
limpidi occhioni verdeazzurri. Gelosi! Invidiosi delle cure che
rivolgevamo a due stupidi uccelli! Non ho potuto fare a meno di
ridere per questa cosa.
Non si capisce mai che cosa vuole
un colombo, sta lì, ti guarda, al massimo ti sale su un piede.
Un gatto non è espressivo quanto
un cane (conosco anche un sacco di umani che non sono espressivi
quanto un cane), ma al confronto di un colombo sono dei grandi
oratori, degli Stephen King del mondo animale (si capisce che amo
Stephen King?).
Però sono belli, i colombi...